Storia dell’edificio

Inizi: la sede nel Palazzetto Veneto di via Sant’Ambrogio

La Biblioteca comunale di Monfalcone è stata istituita con delibera del Consiglio Comunale del 7.11.1960.
Sorta su impulso dell’allora direttore della Biblioteca governativa di Gorizia, Guido Manzini, e con il concorso del Ministero della Pubblica Istruzione, che provvide alle primissime dotazioni librarie, di attrezzature e di arredo dei locali, la biblioteca fu collocata dapprima in via Sant’Ambrogio 17, poi al piano terra del Palazzetto Veneto, al civico 10 della medesima Via Sant’Ambrogio.
Alla collocazione più sontuosa ha corrisposto l’avvio del servizio al pubblico.
Momenti importanti della vita della biblioteca sono stati l’adesione, nel 1983, al Sistema Bibliotecario del Monfalconese e la sostituzione, nel 1987, del catalogo cartaceo con il catalogo informatizzato.
Fino all’ottobre 2004 è stata attiva nella vecchia sede garantendo i servizi tradizionali di prestito e consultazione ed ampliando nel corso del tempo l’offerta culturale con l’allestimento della Sezione Ragazzi, della sala giornali e riviste, del punto di consultazione, della rete Internet.

Sede in via Ceriani n. 10: la nuova biblioteca

Il 28 aprile 2005 è stata inaugurata la nuova sede della Biblioteca comunale.
La destinazione a Biblioteca comunale dell’edificio di via Ceriani ha comportato, da un punto di vista progettuale, la necessità di ampliare gli spazi a disposizione per soddisfare gli standard richiesti dalla normativa internazionale.
Dalla necessità di integrare l’esistente con uno spazio nuovo è nata l’idea della compenetrazione delle due realtà (il moderno e il contemporaneo) attraverso la realizzazione di un nuovo corpo di fabbrica, completamente diverso e riconoscibile sia per la sua natura materiale che per la sua forma, che unisce gli edifici esistenti e crea all’interno gli spazi aperti del cortile e del chiostro. Questo nuovo oggetto si presenta come un frammento di qualcos’altro che è rimasto incastrato dentro le maglie della città e che, per il suo rivestimento metallico arrugginito, ruvido, può ricordare un pezzo di nave in costruzione oppure un relitto.
Questo effetto di contaminazione, già visibile dalla strada, è percepibile anche all’interno, una volta superato l’ingresso, rimasto nel suo aspetto originario, come imprevedibile segnale che si presenta in fondo al corridoio una volta varcata la porta dell’anticamera del salone.
I percorsi interni consentono di accedere al mezzanino ed al salone semicircolare al piano terra in modo rapido, gli affacci di comunicazione tra i vari ambienti danno la sensazione di trovarsi in un luogo unitario (come i ponti delle navi), dove è possibile vedere e partecipare a ciò che succede in tutti gli spazi interni pur da punti vista posti in posizioni del tutto singolari. Il nuovo corpo circolare delimita un cortile chiuso interno di fronte al corpo semiottagonale dello scalone che una pavimentazione costituita da ciottoli bianchi rende più astratto e geometrico. Da qualsiasi punto dei corridoi interni è possibile leggere questa dialettica tra i due temi, il moderno dell’edificio esistente e la macchina della nuova addizione.
I colori corrispondono sostanzialmente ai tre materiali base che compongono lo spazio: il bianco dell’intonaco, il legno degli arredi e delle scale, la ruggine dell’acciaio.
Nel corso del 2007 si è completata la seconda fase di ristrutturazione dell’edificio, che ha interessato l’ala più lunga dell’edificio verso via Ceriani e le ex officine. Le modifiche introdotte da un punto di vista funzionale sono: l’integrazione di un nuovo deposito con armadi compatti di notevole capacità al primo piano, la creazione di due spazi riservati per la gestione dei depositi storici al piano terra ed al primo piano, lo spostamento e l’incremento dello spazio dedicato ai giovani ed ai bambini nella sala al piano terra del nuovo braccio.
Nel frattempo l’immagine esterna, rappresentativa della nuova biblioteca come “macchina” capace di metterci in contatto con il modo della cultura e della comunicazione, ha completato la sua forma, permettendo di interpretare il complesso edilizio, pur costituito da più corpi di fabbrica, come un insieme organico e contemporaneamente distinguibile nelle sue parti.
Anche il complesso degli uffici della cultura (attività editoriali, culturali, teatro, sport ecc.) che sono alloggiati nel corpo delle ex officine, pur godendo di una propria autonomia di accesso per il pubblico rispetto alla biblioteca, appare funzionalmente e plasticamente collegato con una passerella (posta sopra l’ingresso di servizio) che ne sottolinea il ruolo di parte produttiva indipendente ma integrata.

Nuova sede in via Ceriani n. 10: l’edificio

L’edificio di proprietà comunale sito in via Ceriani 10 fu costruito, per conto del Ministero dei Lavori pubblici, dal Commissariato per le riparazioni dei Danni di guerra, sulle rovine del vecchio Ospedale di Monfalcone – Fondazione Dessenibus, distrutto quasi completamente dalla guerra. La realizzazione fu opera dell’Ing. Fornasir, su un progetto dell’arch. Mazzoni. I lavori, iniziati nel 1922, si conclusero nel 1926. Nello stesso anno con regio decreto venne ivi costituita la Regia Scuola di Tirocinio. Nel 1929 la scuola assunse il nome di Scuola Secondaria d’Avviamento Professionale. Nel 1935 si registrò un ulteriore cambio nella denominazione in Regia Scuola Tecnica Industriale, per poi diventare nell’a.s. 1940/41 Scuola Professionale Tecnica Industriale.
L’edificio di via Ceriani fu uno dei pochi edifici di una certa dignità rimasti integri dopo il secondo conflitto mondiale all’interno del tessuto urbano.
Nel 1964, a seguito della riforma della scuola media ed all’inaugurazione del plesso scolastico delle scuole medie “G. Randaccio “ ed “E. Giacich”, l’edificio di via Ceriani divenne la sede staccata dell’Istituto Tecnico Industriale “G. Galilei” di Gorizia, con l’attivazione del solo biennio, senza specializzazioni.
Nell’a.s. 1984/85 l’istituto acquisì l’autonomia divenendo Istituto Tecnico Industriale “G. Marconi” aggiungendo al biennio anche il triennio di specializzazione in elettrotecnica.
Nell’a.s. 1999/2000 l’ITI Marconi venne spostato a Staranzano e l’edificio di Via Ceriani ospitò provvisoriamente alcune sezioni della Scuola elementare Duca d’Aosta, interessata da interventi di ristrutturazione.

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