Archivio Storico

Archivio Storico
del Comune di Monfalcone

Via Ceriani 10
34074 – Monfalcone (GO)

Per accedere alle raccolte:
0481 494 373
biblioteca@comune.monfalcone.go.it

Orario di apertura

Lunedì
15:00 – 18:00

Mercoledì
9.30 – 12.30

Con l’apertura del secondo lotto della Biblioteca di Monfalcone, l’Archivio Storico ha trovato definitiva collocazione nell’edificio di Via Ceriani 10. Al suo interno si conserva una raccolta documentale che copre un periodo storico di 500 anni, a partire dalla metà del XV sec. fino ai giorni nostri. Attraverso la lettura delle sue carte, possiamo ripercorrere sia la Storia del Territorio, sia i fatti e gli avvenimenti più comuni ed ordinari, ma non meno importanti e preziosi per la ricostruzione e la salvaguardia della memoria.

Si possono rintracciare testimonianze risalenti all’Amministrazione civile del Governo della Repubblica Veneta e quelle inerenti la dominazione Asburgica che governò fino alla fine della prima guerra mondiale, salvo il breve periodo napoleonico iniziato con le sue alterne vicende nel 1805 – anno della fondazione del Regno d’Italia – fino al 1814, anno in cui decadde assieme alla gloria di Napoleone. Anche di questo periodo si ritrovano le tracce attraverso atti amministrativi, circolari a stampa, ma soprattutto attraverso gli atti giudiziari civili e criminali.
La consistenza del materiale che si può liberamente consultare, tra cartolari e registri è di circa 2000 unità archivistiche.

Si possono consultare gli inventari sia in forma cartacea, sia informatizzati.

Alcune fotografie storiche
Alcuni tra i documenti più importanti e antichi

Il “Libro degli acta” in latino, del podestà Andrea Contarini del 1447 – 1448;

Gli “Statuti della comunità di Monfalcone” codice membranaceo manoscritto in latino datato 15 marzo 1555;
Gli “Statuti della Comunità di Monfalcone” codice membranaceo dell’anno 1625, manoscritto in volgare, ambedue i testi sono copie degli Statuti del 1456;

I “Libri dei Consigli della Magnifica Comunità di Monfalcone“ che coprono un arco di tempo che parte dall’anno 1615 fino al 1803 di cui i più bei esemplari sono rappresentati dal volume del 1615 – 1646 e da quello del 1696 – 1705 riportante sulla copertina il simbolo del falco che non poggia, come d’uopo, sui tre monticelli, ma saldamente tiene fra le sue zampe la Rocca, quasi a voler significare la salvaguardia e la sicurezza sulla città.

Degna di nota è anche la serie manoscritta degli atti podestarili raccolti in quaderni scritti in volgare, detti Civili ed Estraordinari, redatti dal Podestà nel corso della propria attività, giuridica ordinaria e straordinaria con l’aiuto del cancelliere, un notaio eletto dal Consiglio.

Gli atti podestarili sono conservati in circa 30 cartolari, a partire da quello di Benedetto Balbi risalente al 1649, per finire con quello di G.B. Pizzamano del 1791 coincidente con l’epoca d’imminente declino della Repubblica veneta.

Il Podestà era un gentiluomo veneziano che veniva nominato dalla Serenissima a reggere la “Terra” in nome e per conto della Repubblica, con compiti giuridici e-amministrativi rimanendo in carica per sedici mesi.

In genere il primo libro degli Estraordinari di ogni Podestà reca disegnato sulla copertina il blasone o lo stemma con il falco, mentre alcuni riportano disegni che apparentemente sembrano non avere alcuna attinenza con i loro contenuti.

In coda a questa serie troviamo 62 pergamene di lettere ducali inviate ai diversi Podestà, accompagnatorie di materiale che però non è giunto fino a noi.

Gli instrumenta notarili e le scritture pubbliche e private redatte in occasione di vendite, affitti, livelli, testamenti, patti dotali, procure e le stime redatte dai publici agrimensori sono una fonte cui attingere per avere un quadro degli usi e costumi caratterizzanti l’epoca veneta fino alla caduta della Repubblica avvenuta nel 1797. La documentazione risalente agli atti del XIX secolo è molto frammentaria ed incompleta. Si rinvengono per lo più atti giudiziari, civili e criminali risalenti, sia al periodo napoleonico, come già accennato, sia al periodo austriaco, che cavalcò tutto il secolo, ed ancora una miscellanea d’atti amministrativi.

Per quanto concerne il secolo XX gli atti, che prima del riordino si fermavano al 1945, arrivano ora fino al 1965 e per alcune raccolte, al fine di mantenere la compattezza delle pratiche, anche oltre tale data.

Con il materiale aggiunto, dopo l’ultimo riordino, si possono consultare:

  • le “Deliberazioni” , processi verbali delle sedute dei vari organi che si sono succeduti dal 1847 al 1965, completando così, assieme ai Libri dei Consigli della Magnifica Comunità di Monfalcone, sopra citati – quasi per intero – l’arco dell’attività degli organi di governo della città;
  • le XV “Categorie amministrative” sancite dalla circolare del Ministero dell’Interno 1.3.1897, n. 17100-2, più conosciuta come “Circolare Astengo”, in uso in tutti i Comuni italiani. La serie copre l’arco temporale 1900 – 1965;
  • la serie delle “Concessioni edilizie” dal 1898 al 1945, formate (per il momento) da circa 3800 pratiche contenute in 41 cartolari: inventariare tutte analiticamente, si possono consultare sia nella forma cartacea, sia on line nel sito ufficiale del Comune. Le pratiche che per la storia locale possono aver assunto una particolare importanza ad esempio, quelle inerenti la parcellizzazione dei latifondi da parte del Comune – cominciata agli albori del novecento – con la creazione della piccola proprietà, i permessi per la costruzione di negozi, fabbriche, locali di ristoro ecc. sono evidenziate con diverse colorazioni caratterizzanti ogni specifica categoria, ed illustrate a piè di pagina per una loro immediata identificazione. Attraverso un’attenta lettura delle stesse, è infatti possibile comprendere lo svolgersi, a tappe successive, dello sviluppo urbano- architettonico, ma anche sociale ed economico della città a partire dagli ultimi scorci del XIX secolo.
  • la serie dell’“Ufficio tecnico” dove si possono reperire notizie, tra l’altro, sui lavori stradali, la manutenzione di fondi rustici e giardini, i lavori di rimboschimento effettuati con i cantieri di lavoro a sostegno dell’occupazione, la costruzione e manutenzione degli edifici pubblici, i cimiteri con la serie delle autorizzazioni posa lapidi cimiteriali, dal 1946 al 1985.

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